L’utilizzo corretto delle pratiche di valutazione è alla base di una formazione di qualità. Questi due concetti sono strettamente legati e, per garantire una formazione adeguata, sia a livello nazionale che internazionale, i nostri educatori devono prendere in considerazione una serie di criteri di valutazione.
Le pratiche di valutazione variano notevolmente da Paese a Paese. In termini di sbocchi lavorativi, ad esempio, negli Stati Uniti, il sistema di valutazione dell’istruzione è spesso criticato per la sua eccessiva attenzione agli esami standardizzati. In Scandinavia, invece, l’enfasi è posta sulla valutazione del processo di apprendimento piuttosto che sui risultati finali. In Asia, le elevate aspettative in termini di risultati accademici sono note, ma allo stesso tempo, gli studenti sono esposti a una pressione accademica eccessiva.
E’ interessante osservare come, nonostante le potenziali differenze di approccio, l’obiettivo finale di tutti questi sistemi di valutazione è lo stesso: formare individui in grado di contribuire alla società. L’approccio adottato da ciascuno di questi sistemi fa si che sia possibile fare un confronto delle varie tecniche di valutazione e trovare un sistema che possa essere personalizzato e adattato a specifici contesti.
E’ importante considerare, tuttavia, che non tutte le pratiche di valutazione sono applicabili in ogni contesto. L’efficacia di una pratica di valutazione dipende da una serie di fattori, tra cui il sistema educativo nel quale viene applicata, la cultura e la normativa vigente nel Paese in cui viene implementata.
Venendo a un contesto più locale, per esempio, a Venezia l’Università Ca’ Foscari ha introdotto un innovativo sistema di valutazione della formazione universitaria, basato sul coinvolgimento attivo degli studenti nel processo di apprendimento. Questo sistema di valutazione, simile a quelli utilizzati in molti altri Paesi europei, si basa su metodologie di apprendimento attive e partecipative.
A livello globale, la valutazione della formazione tende a concentrarsi su aspetti quali l’impiego delle competenze acquisite, la capacità di innovazione e la capacità di contribuire allo sviluppo internazionale dell’economia. Ma queste pratiche di valutazione sono in continua evoluzione. Negli ultimi anni, infatti, si è assistito a un crescente interesse per l’integrazione di valutazioni basate sulla “sicurezza” e la “sostenibilità” nei sistemi educativi.
L’obiettivo è quello di formare individui in grado non solo di contribuire all’economia internazionale, ma anche di comprendere e rispettare i valori fondamentali della sostenibilità e della sicurezza.Introdurre il concetto di sostenibilità nelle pratiche di valutazione implica far comprendere agli studenti l’importanza di comportamenti responsabili per la tutela dell’ambiente e la salvaguardia delle risorse naturali. Invece, con l’introduzione del concetto di sicurezza, si vuole formare individui consapevoli delle sfide globali e capaci di adottare comportamenti responsabili per la tutela della propria e altrui sicurezza.
In conclusione, fare un confronto delle pratiche di valutazione internazionali permette di capire quanto è complesso il processo di formazione e quanto sia importante tener conto di diversi aspetti per formare individui pronti a confrontarsi con la realtà del mondo del lavoro e di una società in continua evoluzione.